Il Museo Civico
In Via Luzzo sorge Palazzo Villabruna che ospita il Museo Civico. L’esterno presenta delle colonne inglobate a testimonianza di un rifacimento della struttura.
Al pianterreno sono esposti reperti archeologici del periodo retico, romano e medievale. Con una scalinata si arriva in un suggestivo cortile interno. L’androne sistemato da Alpago Novello (1903), con stemmi donati dai nobili ed altri dipinti doveva dare l’idea di Palazzetto Civico.
Il primo piano si presenta con un pavimento in stile antico, mobili di alto artigianato feltrino: qualità notevole di intaglio che risente della cultura manieristica. I dipinti sono un misto provenienti da varie collezioni. Cospicua è quella di Jacopo Dei che nella metà del 1800 lasciò in eredità mobili, medaglie e dipinti al Seminario. Il salone ospita anche un bellissimo affresco del Luzzo.
La stanza successiva propone una cucina. Nella stanza vengono raggruppati oggetti di arredo e di uso pratico in uso nel feltrino.
La visita continua in un’altra stanza arredata con quadri e sculture lignee cinquecentesche e seicentesche, provenienti dai conventi feltrini. Otto piccole sculture in legno dipinto e attribuite alla bottega del Besarel, rappresentano le quattro stagioni e i quattro continenti. Alle pareti vi sono dei bassorilievi con scene di battaglia.
Un’altra stanza espone su una parete un grande dipinto di Domenico Falce (1619/1697) che ci consente di capire come era Feltre e il feltrino. I mobili sono del ‘700.
Il percorso ci guida ad un’altra stanza dedicata al ‘700 di atmosfera nobiliare: specchiere con vetri autentici in stile rococò, inginocchiatoi e un pianoforte al centro.
L’ultima stanza del primo piano ci porta nel 1800 con mobili stile impero. Due grandi quadri occupano due pareti: Panfilo Castaldi presenta le sue credenziali a Milano mentre l’altra parete propone la figura della Contessa Villabruna con abito tipico dell’epoca. Il caminetto fa da cornice ad un’opera lignea di Valentino Pancera Besarel facente parte di uno studio per una fontana esagonale.
Al secondo piano il grande salone ci propone una serie di quadri databili dal 1400 al 1500 con opere di Pietro de’ Marascalchi , di Gregorio Lazzarini , di Paolo Dal Pozzo e altri. Il salone ospita anche un prezioso fortepiano.
Una sorprendente piccola sala laterale ci riserva opere di Giambattista Cima da Conegliano, di Vittore Belliniano, di Gentile Bellini e di scuola fiamminga. Oltre a questi dipinti è presente un raro e prezioso mantello in broccato e oro, ceduto da Carlo IV in visita al Santuario dei Santi Vittore e Corona in cambio di reliquie. La stanza presenta dipinti ad affresco che la rendono particolarmente interessante.
Proseguendo nella visita, la linea guida dell’esposizione della pinacoteca è cronologica: tra le opere più importanti si annoverano quelle di Jacopo Negretti detto “Palma il Giovane”, di Girolamo Forabosco e di Pietro Liberi.
La visita continua e una grande sala propone quadri raffiguranti scene di genere, ritratti della scuola di Bellotti con Socrate e Lachesi in abiti e pose inusuali. Altri quadri sono della scuola del Ricci. Immancabilmente chi visita il museo si sofferma ad osservare un curioso oggetto in legno dipinto e materiale refrattario: un braciere presente al centro della stanza.
L’ultima stanza da visitare è interamente dedicata a Girolamo Turro (Feltre 1689 – 1739) pittore feltrino che ci incanta con le sue figure principesche che invece sono santi, frati e monache.
Per ulteriori informazioni visita il sito istituzionale.